Scuol@Europa

Organo della Federazione Nazionale Insegnanti Centro di  Iniziativa per l'Europa (FENICE)

Anno II  n.4  -  Ottobre 2007

 

Scoprire nuovi orizzonti

 

Marina Villone

La scuola deve cambiare per non rischiare di restare completamente tagliata fuori e di perdere del tutto ogni possibilità di influire sulla formazione delle nuove generazioni. Forse, la parola migliore non è tanto cambiare quanto “adeguarsi” all’evoluzione sempre più veloce ed inarrestabile della società in cui viviamo. Molte sono le ragioni dei cambiamenti nella realtà che ci circonda. Una è certamente collegata allo sviluppo crescente dei computer, telefonini, macchine digitali, tutte le nuove tecnologie in genere il cui uso sta eliminando distanze e creando nuove forme di espressione. Sta, però, anche incrementando il gap tra docenti e discenti. I primi mediamente sottovalutano l’importanza delle nuove tecnologie, che conoscono poco e di cui, in genere, ignorano le potenzialità. I nostri studenti, invece, anche quelli meno interessati alle discipline tecnico-scientifiche, si “illuminano d’immenso” non appena hanno un computer davanti o un cellulare in mano. L’unica cosa che gli insegnanti possono fare per non perdere del tutto il contatto con i propri studenti è di cercare di organizzare attività che includano la possibilità di sfruttare l’expertise informatica dei giovani, a fini educativi. Ancora una volta Internet ci può aiutare, favorendo scambi e conoscenze anche se stiamo comodamente a casa nostra. Se si va sul sito dell’INDIRE, ad esempio, è possibile trovare partner per gemellaggi attraverso il web. Si può elaborare un progetto – diciamo ad esempio, parlare delle nostre tradizioni, dei libri che leggiamo, del nostro tempo libero, ecc – e cercare se ci sono in Europa altri studenti interessati a discutere questi argomenti. Gli studenti possono dare vita ad un blog in cui pubblicare articoli su vari argomenti. Attraverso i contatti telematici, a parte le relazioni che si possono stabilire tra ragazzi di paesi diversi, si incrementano le conoscenze linguistiche e, soprattutto, si capisce che “straniero” non è sinonimo né di “strano” né di “inaccettabile”. In fondo l’ampliamento degli orizzonti è una delle finalità della nostra attività didattico-educativa. Peraltro è opinione diffusa che, pur essendo la nostra una civiltà basata sulle immagini, l’espressività trova attenzione solo in determinati ambienti e riguarda solo determinate fasce d’età. Per di più le varie forme artistiche sono viste in maniera settoriale e staccate le une dalle altre. Si parla di musica, o di arti visive, o di recitazione. Non si pensa che esse possano essere integrate o che se ne possa favorire lo sviluppo tra i teenagers, sfruttando anche le loro abilità informatiche. A questo proposito delle esemplificazioni sono state fornite dal Big Picture Network, un progetto coordinato dal Professor Alan Clarke del Southport College (UK) e realizzato nell’ambito del Programma SOCRATES Azione COMENIUS 3 da un partenariato costituito da 10 istituzioni educative e centri di formazione di 7 paesi europei che offrono ad allievi di età superiore ai 16 anni un’ampia varietà di specializzazioni nel campo delle arti dello spettacolo (teatro, musica e danza), arti visive (belle arti, 3-D design, graphic design) e Media & ICT (video, animazione, multimedia, computer design). Il progetto si è proposto di esplorare e sperimentare nuovi modi di combinare le belle arti con altre discipline senza intaccare la loro specificità ed ha svolto attività su tre aspetti chiave nell’educazione artistica: “Come affrontare l’impatto della globalizzazione nell’educazione artistica”; “L’integrazione delle belle arti all’interno di un più ampio curriculum”; “L’impatto ed il potenziale dell’ICT nelle belle arti”. Dietro il progetto c’è la consapevolezza che i programmi scolastici dovrebbero interessarsi di quelle aree che riflettono i cambiamenti intorno a noi, incluso l’impatto delle nuove tecnologie, l’emergere di nuove nazioni europee, la domanda sempre crescente di una forza lavoro dalle abilità composite. I cambiamenti del mondo in cui siamo immersi creano nuove sfide nel campo educativo. Ad esempio, il bisogno di esplorare in maniera nuova e creativa problemi sociali, politici e culturali, il bisogno di saper usare l’ITC ed altre tecnologie, per non parlare del bisogno di trovare nuovi modi di combinare le diverse forme espressive. Per approfondire l’argomento il Network ha organizzato incontri internazionali in cui il paese ospitante ha curato la presentazione delle politiche culturali nazionali e durante i quali sono stati identificate le questioni chiave e le buone pratiche. Contemporaneamente il Network ha avviato progetti di collaborazione internazionale, che coinvolgono insegnanti e studenti. È importante, infatti, non solo discutere, ma soprattutto, mettere in pratica quello che si teorizza. In che modo il Big Picture Network può indicare nuove vie agli insegnanti? Prima di tutto il Network combatte la tendenza a curare l’espressività solo in determinati ambienti e determinate fasce di età, mostrando quanto l’approccio suggerito possa essere valido nell’educazione dei ragazzi e degli adulti. Il Network dà anche la possibilità di riflettere sui rapporti con altri paesi, sul benessere politico e sociale, sulle diversità culturali ed il loro superamento, il che è molto importante in un momento in cui bussano alla porta nuove identità europee. Il riflettere sui diversi approcci educativi aiuta a inglobare quello che c’è di buono nelle realtà con cui si viene a contatto. Non ultimo, il Network, con il suo combinare varie forme artistiche ed espressive, aiuta ad indebolire la tendenza all’elitarismo culturale e alla definizione di arte con la lettera maiuscola o minuscola, di musica classica contro pop, ecc. Ed ora qualche esempio dei progetti di collaborazione sopracitati:

La gara per il logo

È stata indetta una gara rivolta agli studenti delle varie istituzioni partner per la realizzazione del miglior logo del progetto che è stato scelto tra i 40 esposti nel Liceo Artistico di Venezia in occasione di un incontro del partenariato.

The Children’ Crusade

Partendo da una poesia di Bertolt Brecht gli studenti coinvolti hanno sviluppato la loro personale interpretazione dei versi in varie forme artistiche: teatro, danza, musica, fotografia, disegno, animazione. I prodotti sono stati raccolti in un libro ed un DVD. La disseminazione di informazioni e delle idee sviluppate è stata attuata in un’ampia gamma di formati comprendenti libri, DVD, un sito web interattivo http://www.bigpicturenetwork.net etc. Inoltre ogni partner ha costituito a sua volta un network locale di professionisti e docenti di belle arti e media per promuovere e supportare le attività del progetto. Un punto di particolare forza di questo progetto è stato il fatto che le attività si sono svolte non nell’ambito di una stessa classe o stessa scuola, ma tra studenti di paesi diversi che si sono scambiati lavori e giudizi per via telematica. Entrare in contatto tra paesi diversi è assolutamente prioritario oggigiorno, quando nuovi paesi si affacciano sulla scena europea e la società in cui viviamo è sempre più

 multietnica. La scuola non può isolarsi nella sua torre eburnea, ma deve cercare di far capire quanto sia importante conoscere pensieri, abitudini, stili di vita di chi è diverso da noi di modo che il diverso non porti a diffidenza, paura, esclusione e, quindi, a scontri e pericolose fratture. È evidente che il multiculturalismo può divenire una realtà solo se ci si apre alla conoscenza di altri linguaggi. Compito di una società in cammino e delle sue istituzioni è favorire tale conoscenza investendo in particolar modo nella scuola per favorire gli incontri tra studenti e docenti di paesi diversi. Nell’Unione europea si parlano molte lingue. Le lingue riflettono le nostre diverse culture e la nostra identità e, al tempo stesso, fanno da ponte fra i popoli. È indispensabile comprendersi a vicenda. Per questo motivo la Commissione europea promuove l’apprendimento delle lingue: le per-sone che conoscono più lingue si integrano infatti più facilmente in un altro paese, se devono soggiornarvi per motivi di studio o lavoro, e possono accedere agevolmente ad altre culture.

 

A tale proposito appare utile riflettere sui contenuti del progetto Ponti linguistici per favorire la tolleranza realizzato nell’ambito del Programma SOCRATES Azione LINGUA 1 e coordinato dal Centro di Iniziative Educative di Sofia, che si è proposto di promuovere l’apprendimento delle lingue parlate in Bulgaria, Romania, Ellas, Turchia (da cui l’acronimo “BRET”) ed incoraggiare la comprensione interculturale ed il rispetto delle differenze tra le culture e le tradizioni dei quattro paesi interessati. I partner hanno organizzato, in ognuno dei sei paesi coinvolti, Settimane linguistiche dedicate non solo all’apprendimento delle lingue target ma anche delle culture di appartenenza. Si sono tenuti concerti, rappresentazioni teatrali e coreutiche, letture di brani letterari, mostre di pittura ed inchieste giornalistiche. L’uso di lingue poco parlate ha dimostrato l’efficacia dell’approccio che promuove l’apprendimento delle lingue all’interno di un contesto sociale e (inter)culturale reale. Si è fatto ricorso al ruolo dell’arte e della libera espressione creativa, per stimolare iniziative ed abilità di riflessione degli studenti coinvolti che hanno avuto come ulteriore finalità il superamento di antichi stereotipi e pregiudizi. “Un’attività particolarmente eccitante per i ragazzi è stata la partecipazione ad una serie di trasmissioni radio in Bulgaria ed in Austria durante le quali hanno presentato quadri sonori nelle quattro lingue, – dice Reni Dimova – In quelle trasmissioni sono stati forniti anche esempi di buone prassi nel settore dell’apprendimento delle lingue e presentate manifestazioni culturali dei quattro paesi accompagnate da musica ed arricchite dalle storie personali di cittadini dei quattro paesi.” Per gli studenti più attivi e creativi tra coloro che avevano partecipato alle settimane linguistiche è stato poi organizzato un Language Camp sul mar Nero a Varna (BG). Il campo ha rappresentato per i ragazzi di cinque diverse nazioni un’autentica esperienza inter-culturale e multilinguistica; è stato l’inizio di un processo di maggiore conoscenza delle lingue target e dei relativi paesi, come pure l’opportunità di stabilire contatti e cooperazione tra numerose scuole dei sei paesi del partenariato. In sintesi si può dire che il progetto ha raggiunto gli obiettivi con successo perché ha coinvolto attivamente la società nel suo complesso, trasformando un contesto educativo in una comunità interessata all’apprendimento delle lingue.

Tutte le attività del progetto sono illustrate nel sito del progetto: http://cei-bg.org/bret

 

Editore: Federazione Nazionale Insegnanti Centro di iniziativa per l'Europa - Piazza Quattro Giornate, 64 - 80128 Napoli tel. 081 5788295 – Fax 081 2141590 – e-mail: fenice.eu@libero.it  

Direttore Responsabile: Giampiero de Cristofaro

Direttore: Bruno Schettini

Redazione:  Natale Bruzzaniti, Maria Rosaria Fiengo, Nicola Lupoli, Orazio Pasquali, Franco Staropoli, Filippo Toriello, Marina Villone

Grafica: Rino  Schettini